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Asilo nido: opportunità di crescita

L’asilo nido è una tappa fondamentale nello sviluppo del bambino, fino a pochi anni fa gli asili nido italiani erano pochi e prevalevano a volte lunghe attese per cui il genitore sperava che il proprio figlio potesse entrarvi, non solo per garantirsi la possibilità di lavorare, ma soprattutto considerando l’asilo nido un’opportuna di crescita per il bambino.

La crisi economica da un lato ha portato le famiglie che hanno perso il lavoro a non considerare più l’opportunità di sviluppo e socializzazione per il bambino non potendone sostenere l’impegno economico. Le politiche economiche hanno contribuito a questo disastro con l’abbandono delle politiche scolastiche di qualità e in particolare delle politiche a sostegno della frequenza dei bambini nei nidi infantili.

 

A tutt’oggi secondo i dati ISTAT i bambini italiani che frequentano gli asili nido o servizi analoghi sono unicamente il 13,6% della popolazione, ben lontano da quel 33% posto come obiettivo dall’Agenda di Lisbona per tutta l’area europea. Numerose ricerche longitudinali compiute anche in Europa concordano sul potenziale di sviluppo che il nido rappresenta sui bambini nell’arco della vita. I bambini che frequentano nidi di qualità hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale.

Senza dubbio i nidi sottopongono le famiglie ad esborsi notevoli ed è urgente una politica governativa che sostenga le famiglie in questo sforzo economico, il sostegno nello sviluppo del bambino è un investimento sulla sua crescita.  I genitori che hanno a cuore i propri figli possono semmai valutare la qualità del nido, ma è insensato avere dubbi sui vantaggi di questi ultimi rispetto a soluzioni più domestiche, come quella di affidare i bambini ai nonni.

Lo sviluppo della sensorialità

Fino al terzo anno di vita il bambino apprende sostanzialmente attraverso lo sviluppo sensoriale. Sono esperienze molto semplici ma importantissime: toccare, udire i suoni, guardare, muoversi, scoprire, mettere in bocca, tutte esperienze che in un nido possono essere fatte con la massima libertà.

Nel nido tutto ciò è possibile perché è attrezzato in questa logica, come può esserlo per colorare un lenzuolo, per dipingere con i piedi, per giocare con le barchette nell’acqua, per coltivare dei fiori, per preparare qualcosa in cucina. Sono delle attività a sfondo sensoriale che rappresentano la premessa di ogni forma di apprendimento, così come poter correre, ballare, saltare in un salone protetto e sicuro, dove anche il cadere non rappresenta un pericolo, dove non ci sono i mobili di casa. Sono opportunità uniche, tanto più nella bella stagione, quando si può stare in uno spazio all’aperto dove ci sono giochi basati sul bisogno motorio infantile, importantissimo in un’età in cui il movimento è effettivamente una delle esperienze più importanti in assoluto.

Lo sviluppo dell’attaccamento sociale

Nell’interazione con le altre bambine e bambini il piccolo inizia anche il riconoscimento con sé stesso, la fuoriuscita dalla necessaria fase di narcisismo e onnipotenza e incomincia a imparare le forme di autoregolazione sociale. Non per niente è proprio al nido, fra i 18 e i 36 mesi, che il bambino ha maggiore capacità di gestire autonomamente i contrasti con i suoi coetanei.

Da questo punto di vista uno dei vantaggi più espliciti è proprio il rafforzamento delle competenze linguistiche, in quanto la necessità di comunicare con i propri coetanei consente ai bambini di uscire da quelle forme di comunicazione adulto-bambino eccessivamente protettive, che gli impediscono di attivare tutto ciò che hanno imparato e che è invece indispensabile utilizzare per comunicare efficacemente e giocare con altri bambini.

I figli che hanno potuto frequentare nidi di buona qualità pedagogica ci saranno riconoscenti quando, da adulti, sapranno affrontare la vita al meglio delle loro risorse.

 

Dott.ssa Maria A. Romano

Psicologa   

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